Non c’è sapore senza sapere, questo è quanto si afferma alla Fabbrica museale Morettino. Un viaggio ideale tra saperi e sapori che inizia dalla piccola piantagione di Arabica coltivata proprio nei giardini della torrefazione e attraversando la zona di produzione giunge fino al Museo.
Nel percorso un sistema di passerelle aeree permettono di osservare dall’alto l’intero processo di produzione del caffè, le fasi di lavorazione e la tostatura del prodotto, immersi nell’inconfondibile aroma della tostatura.
La visita che dura circa tre ore ed è condotta personalmente da Arturo Morettino che nel museo ha raccolto più di mille strumenti per la lavorazione del caffè.
Le prime caffettiere a colonna degli inizi del Novecento ai macina-caffè della Prima guerra mondiale realizzati dall’esercito italiano, tostacaffè del Settecento e dell’Ottocento dalle forme curiose che servivano per dorare il caffè.
Potremo ammirare la caffettiera-locomotiva di Jean-Baptiste Toselli una dei dieci esemplari esistenti al mondo e la caffetteria napoletana più piccola del mondo.
Tra i macinini vedremo un macinacaffè in pietra del 1600 e i primi macina caffè realizzati dalla Peugeot, la casa produttrice di automobili e i primi macinini turchi cesellati in ottone del 1700 e il macina caffè tascabile.
Sono presenti, anche, numerosi metodi di estrazione del caffè che rappresentano gli usi e costumi delle varie epoche: dalla caffetteria napoletana agli ibrik turchi, alla Jebena etiope alle prime macchine espresso casalinghe, ai sistemi di estrazione vacuum (o a depressione) che ricordano gli alambicchi di vetro dei laboratori di chimica.
Infine nel museo si trova l’Angolo del Barista che raccoglie decine di macchine espresso raccolte dai vecchi bar della Penisola che raccontano la storia dell’Italia del secolo scorso.
La visita si conclude con l’assaggio delle selezioni di singole origini e miscele Morettino
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